Una generosa recensione a firma di Roberta Favia su Improvvisando! per il blog Teste fiorite.
[...] L'improvvisazione è... un'arte che si acquisisce con
tecnica, costanza e tempo.
La bravura e la capacità di chi sa improvvisare non è
nell'utilizzare degli strumenti che evidentemente ha sulla punta delle dita, ma
innanzitutto nell'aver saputo arrivare a tale competenza nell'uso delle
tecniche da poter, appunto, improvvisare dandoci l'impressione, del tutto
fittizia, di aver lì per lì creato qualcosa senza sforzo alcuno.
Possono permettersi di farlo, di improvvisare intendo, e
soprattutto di millantare di star improvvisando, solo quelli che sono davvero
navigati in qualcosa... Luigi Dal Cin è uno di questi, per esempio, per quanto
riguarda le parole; alcuni musicisti sanno fare altrettanto. Pensate ad un
passo jazz, credo che poca musica sappia darci una tale impressione di
estemporaneità come questo genere musicale.
Il paragone con la musica non è mio ed evidentemente non è
improvvisato ma molto costruito per parlarvi di un libro che mi ha molto
incuriosito e che so sarà molto poco conosciuto e poco usato per via della
straordinarietà dell'edizione mentre invece sarebbe davvero molto utile in
molti sensi, nonché di piacevolissima e a tratti esilarante lettura.
Si intitola Improvvisando! (ma va?!) è scritto da Luigi Dal
Cin per le edizioni della Fondazione dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
di Roma.
L'dea è semplice e proprio per questo mi pare azzeccatissima:
dimostrare che con 3 parole si possono costruire infiniti racconti ciascuno
appartenente ad un genere letterario diverso, esattamente come con le stesse 7
note si posso creare infinite melodie ed armonie.
Luigi ha scelto le parole "vecchina",
"lupo" e "principessa" e con queste fa ciò che sa fare
meglio ovvero costruire racconti con precisi schemi narrativi e spesso
rimettendo in circolo in maniera originale e "improvvisata" cliché e
funzioni delle più famose favole classiche. [...]