Partire dalla guerra per arrivare alla pace. Partire dai
racconti di un bambino che la guerra l’ha vissuta sulla sua pelle, annotandola
sul suo quadernetto, per parlare ad altri bambini di fratellanza e seminare
pace.
Perché è solo conoscendo la storia e gli eventi del passato
che si può scegliere il presente e progettare il futuro.
Parte da tutto questo il libro «Scrivila, la guerra» scritto
da Luigi Dal Cin, autore pluripremiato di narrativa per l’infanzia, e illustrato
da Simona Mulazzani (Kite Edizioni, 2016).
In occasione del Centenario della Grande guerra, infatti,
con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio storico legato ai luoghi coinvolti
nel primo conflitto mondiale, la Regione su iniziativa della Fondazione Stephan
Zavrel di Sarmede (Treviso) ha voluto realizzare un libro che raccontasse la
prima guerra mondiale ai bambini. In modo da offrire a piccoli e grandi uno
strumento per rielaborare insieme una delle maggiori tragedie che hanno colpito
l’Italia.
A dicembre «Scrivila, la guerra» è arrivato anche a Negrar. È
stato raccontato sotto forma di spettacolo agli alunni delle classi seconde,
terze, quarte e quinte della scuola primaria del capoluogo.
Un’esperienza indimenticabile per loro, un’attività riuscita
per gli insegnanti e per l’Istituto comprensivo di Negrar. Il libro-spettacolo,
presentato nell’auditorium della primaria, è rientrato nelle attività promosse
e finanziate dalla Regione nell’ambito delle celebrazioni per il Centenario
della Grande guerra.
Il Novecento è stato un secolo segnato da tragedie mondiali
che hanno portato sofferenze inimmaginabili ai ragazzi di oggi, che vivono una
realtà molto diversa. Tuttavia conoscere quegli eventi serve a dare
significativo al valore della pace per la quale tanti hanno sacrificato la vita.
Ma come si racconta la guerra ai bambini? Come Luigi Dal
Cin, che li ha coinvolti e ha scatenato la loro curiosità senza spaventarli e
guidandoli nella scoperta di «Scrivila, la guerra» e del suo piccolo
protagonista. Un bambino come loro. «Credo che ai piccoli si possa, anzi si
debba, raccontare la verità» afferma Dal Cin, autore di oltre 100 libri per
ragazzi tradotti in 10 lingue, «con la delicata responsabilità, però, di
assumere sempre il loro punto di vista, in modo che la verità sia per loro
comprensibile e utile. Non ho voluto quindi centrare il racconto sugli eventi
bellici al fronte, vissuti da adulti soldati, ma raccontare le inevitabili
quotidiane sofferenze che ogni guerra porta agli ultimi, tra cui i bambini».
Così il racconto di Dal Cin ha saputo entrare nel cuore di
piccoli e grandi di Negrar, tenendo unite verità e delicatezza. «La verità non
va temuta né nascosta» spiegano gli insegnanti «ma nel momento in cui la si
condivide con un bambino deve essere offerta con la giusta attenzione». Un’altra
idea importante che lo scrittore ha trasmesso, concludono, è la potenza della
scrittura: «Scrivere aiuta a rielaborare i propri vissuti e permette di
prendere le distanze da esperienze che ci possono far male e a trovare il senso
anche di un’esperienza negativa».