Ecco il programma:
- dalle ore 8.45 alle ore 10.00 per classi I, II, III delle scuole elementari di Bondeno e di Scortichino: Piccoli voti di scuola, piccoli trucchi per difendersi;
- dalle ore 10.30 alle ore 11.45 per classi IV, V delle scuole elementari di Bondeno e Scortichino: Scrivila, la guerra.
Non sai come prepararti per la verifica? Sei una catastrofe in italiano ma vuoi diventare uno scrittore? Ti hanno rubato la bici mentre eri in classe? Arrivi sempre in ritardo a scuola e non sai più come giustificarti con la maestra? Lei ti piace, ma come capire se tu piaci a lei? Non ti va più giù la zuppa di cavolo che ogni venerdì trovi in mensa?
NIENTE PAURA!
Lo scrittore Luigi Dal Cin vi presenterà le sue personalissime soluzioni.
E i suoi vergognosi segreti scolastici.
SCRIVILA, LA GUERRA
Un bambino riceve in regalo un quaderno dal papà, tornato vivo dal fronte, che lo invita a scrivere la guerra vissuta durante il suo periodo di assenza: “Tira fuori la guerra, scrivila su questo quaderno. Così non ti resta dentro”. Tratto dal libro ‘Scrivila, la guerra’ (Kite Edizioni), lo spettacolo dell'autore Luigi Dal Cin presenterà la Grande Guerra dal punto di vista dei più giovani e dei più umili. Per riflettere insieme su uno degli eventi più drammatici del secolo scorso, sulle inevitabili sofferenze che ogni guerra porta agli ultimi, sul potere salvifico della narrazione.
“Credo che ai bambini e ai ragazzi si possa, anzi si debba, raccontare la verità con la delicata esigente responsabilità, però, di assumere sempre il loro punto di vista, in modo che la verità sia per loro innanzitutto comprensibile e poi, soprattutto, utile. Anche per potersi rappresentare le conseguenze sulla popolazione delle guerre di oggi, di cui bambini e ragazzi tanto sentono parlare. Non ho voluto quindi centrare il racconto sugli eventi bellici al fronte, vissuti da adulti soldati, ma raccontare le inevitabili quotidiane sofferenze che ogni guerra porta agli ultimi, tra cui i più giovani: nel nostro caso il dramma dell’anno della fame vissuto dalla popolazione dei territori occupati dalle truppe austro-ungariche dopo Caporetto. È un argomento che mi è familiare: i miei nonni, veneti, hanno vissuto la Grande Guerra e, nella mia infanzia, me l’hanno raccontata in diversi modi. Per poter però prendere il giusto e veritiero punto di vista di un ragazzo che vive una situazione così drammatica ho raccolto testimonianze scritte, memorie, lettere, diari cui poter fare riferimento: sono preziose testimonianze che hanno ispirato il punto di vista di questo libro”.
Ed ecco allora come germina il punto di vista di ‘Scrivila, la guerra’: un bambino riceve in regalo un quaderno dal papà tornato vivo dal fronte che lo invita a scrivere la guerra vissuta durante il suo periodo di assenza.
“Tira fuori la guerra, scrivila su questo quaderno. Così non ti resta dentro”. Mio papà ha detto che anche lui quando era in guerra sul Carso e sul Piave scriveva tutto su un quaderno. Ogni giorno la guerra gli entrava dagli occhi, dalle orecchie, dal naso, dalla bocca, dalla pelle. Per tirarla fuori allora doveva scriverla. Ha detto che altrimenti sarebbe diventato come il povero Bepi che è tornato anche lui dalla guerra ma ora sta sempre seduto fuori al bar e ha gli occhi fissi, spalancati come una finestra. La sua bocca sembra un sorriso, ma la sua testa è piena di guerra che gli è rimasta chiusa dentro. Non parla più.
“Scrivi, figliolo! Scrivi quel che ti ha fatto più impressione quando i soldati hanno occupato casa nostra, nell’anno della fame” mi ha comandato. Allora ho scritto tutto su questo quaderno. Mio papà mi ha detto che scrivere sul quaderno lo ha salvato perché lo ha fatto tornare a casa vivo.
“La narrazione diventa così un susseguirsi di intense scene dove quel bambino racconta in prima persona piccoli emblematici episodi che si snodano tra l’invasione di soldati stranieri affamati e l’annuncio della fine della guerra. Per ottenere l’effetto della scrittura tipica di un ragazzo ho lavorato molto sul linguaggio, sul ritmo, sui toni della narrazione, sulla mancanza di giudizio di chi vive semplicemente le difficoltà del momento presente, non conoscendo nulla di quanto viene deciso in alto dai signori della guerra. Accompagnano lo spettacolo, e trovo ne amplifichino l’effetto, le stupende tavole di Simona Mulazzani che, di volta in volta, interpretano i toni della narrazione con grande intensità emotiva e originalità”.