[...] L’idea di dividersi i compiti e mettere in campi piccole ma preziose azioni per far sentire accolta e sostenuta Sofia durante e dopo le sue crisi viene alla classe dopo che Sofia ha il coraggio e la forza di condividere con i compagni come si sente quando una crisi la travolge e dopo che la maestra aggiunge al racconto di Sofia una spiegazione scientifica a misura di bambino. L’iniziativa solidale che chiude il racconto nasce cioè dall’aver offerto ai bambini un coinvolgimento emotivo e una rappresentazione rigorosa della malattia, così da renderla più vicina e familiare anche a chi non la sperimenta sulla propria pelle. Efficacissima, in questo senso, la metafora marittima scelta dall’autore per esprimere la tempesta che travolge Sofia e, come lei, tutti i bambini che vivono le crisi epilettiche, sottolineando come una cima che venga gettata necessiti certo di un braccio che la lanci ma soprattutto di uno (o più) che la afferri.
giovedì 30 maggio 2019
Afferra la cima! su DiTo
[...] L’idea di dividersi i compiti e mettere in campi piccole ma preziose azioni per far sentire accolta e sostenuta Sofia durante e dopo le sue crisi viene alla classe dopo che Sofia ha il coraggio e la forza di condividere con i compagni come si sente quando una crisi la travolge e dopo che la maestra aggiunge al racconto di Sofia una spiegazione scientifica a misura di bambino. L’iniziativa solidale che chiude il racconto nasce cioè dall’aver offerto ai bambini un coinvolgimento emotivo e una rappresentazione rigorosa della malattia, così da renderla più vicina e familiare anche a chi non la sperimenta sulla propria pelle. Efficacissima, in questo senso, la metafora marittima scelta dall’autore per esprimere la tempesta che travolge Sofia e, come lei, tutti i bambini che vivono le crisi epilettiche, sottolineando come una cima che venga gettata necessiti certo di un braccio che la lanci ma soprattutto di uno (o più) che la afferri.