La favola nasce nella notte dei
tempi: da millenni appartiene alla tradizione narrativa dell'intera
umanità. Questo antichissimo genere letterario si distingue dalla
fiaba per l'espressione di una morale esplicita al termine di una
narrazione breve che ha come protagonisti, in genere, animali dai
comportamenti umani. Come rinnovare questo prezioso patrimonio che i
nostri antenati ci hanno lasciato in eredità, preso atto che in Italia la favola è stato spesso vissuta come un genere da studiare e imparare, più che da vivere? (Eppure si tratta in fondo del gioco così vicino ai bambini, da sempre: 'facevamo che io ero... facevamo che tu eri...'). Come presentare ai
ragazzi di oggi le antichissime favole di Esopo e di Fedro e come esplicitare quel messaggio finale a volte indigesto ai giovani lettori? Insomma: come
soffiare via la polvere che può accumularsi su questi antichi preziosi vestiti dell'umanità? La brillante penna di Luigi Dal Cin ci
introduce in un'ambiziosa opera favolistica in rima – sulla scia
del capolavoro poetico di La Fontaine – che per la prima volta in
Italia si rivolge in modo specifico ai più giovani, per giocare con
ironia sul linguaggio e sul messaggio finale, spiazzante e divertito. Favole da
leggere in forma di filastrocca, magari rappando a voce alta, che il modo
migliore per scrollare la polvere dai vestiti è muoversi, seguendo il
ritmo.
Gli agenti di vendita, cui ho presentato il mio lavoro, a loro volta andranno a presentare il libro nelle librerie d'Italia per
raccogliere le prenotazioni.