Lunedì 9 dicembre 2019 e martedì 10 dicembre 2019, negli orari: 9.30-10.45, 11.15-12.30, presso la Sala Tafuri dell'Hotel Salerno, via Lungomare Tafuri 1, Salerno, nell'ambito della VII edizione di Scuolamondo BiMed terrò quattro repliche, per oltre milleduecento alunni delle scuole primarie, secondarie di I grado e secondarie di II grado, dell'incontro-spettacolo 'La notte della guerra - la scrittura che salva'.
LA NOTTE
DELLA GUERRA – LA SCRITTURA CHE SALVA
Incontri-spettacolo
con l’autore Luigi Dal Cin
Un bambino riceve in regalo un quaderno
dal papà, tornato vivo dal fronte, che lo invita a scrivere la
guerra vissuta durante il suo periodo di assenza: “Tira fuori la
guerra, scrivila su questo quaderno. Così non ti resta dentro”.
Tratto dal libro ‘Scrivila, la guerra’ (Kite Edizioni),
l’incontro-spettacolo dell'autore Luigi Dal Cin presenterà la
Grande Guerra, e ogni guerra, dal punto di vista dei più giovani e
dei più umili. Per riflettere insieme sugli eventi più drammatici
del secolo scorso e dei nostri tempi, sulle inevitabili sofferenze
che ogni guerra porta agli ultimi, sul potere salvifico della
narrazione.
Raccontare la guerra
“Credo che ai bambini e ai ragazzi si
possa, anzi si debba, raccontare la verità – dice Luigi Dal Cin,
autore di oltre 100 libri per ragazzi tradotti in 10 lingue – con
la delicata esigente responsabilità, però, di assumere sempre il
loro punto di vista, in modo che la verità sia per loro innanzitutto
comprensibile e poi, soprattutto, utile. Anche per potersi
rappresentare le conseguenze sulla popolazione delle guerre di oggi,
di cui bambini e ragazzi tanto sentono parlare. Non ho voluto quindi
centrare il racconto sugli eventi bellici al fronte, vissuti da
adulti soldati, ma raccontare le inevitabili quotidiane sofferenze
che ogni guerra porta agli ultimi, tra cui i più giovani: nel nostro
caso il dramma dell’anno della fame vissuto dalla popolazione dei
territori occupati dalle truppe austro-ungariche dopo Caporetto. È
un argomento che mi è familiare: i miei nonni hanno vissuto la
Grande Guerra e, nella mia infanzia, me l’hanno raccontata in
diversi modi. Per poter però prendere il giusto e veritiero punto di
vista di un ragazzo che vive una situazione così drammatica ho
raccolto testimonianze scritte, memorie, lettere, diari cui poter
fare riferimento: sono preziose testimonianze che hanno ispirato il
punto di vista di questo libro”.
Ed ecco allora come germina il punto di
vista di ‘La notte della guerra - la scrittura che salva’: un
bambino riceve in regalo un quaderno dal papà tornato vivo dal
fronte che lo invita a scrivere la guerra vissuta durante il suo
periodo di assenza.
“Tira fuori la guerra, scrivila su
questo quaderno. Così non ti resta dentro”. Mio papà ha detto che
anche lui quando era in guerra scriveva tutto su un quaderno. Ogni
giorno la guerra gli entrava dagli occhi, dalle orecchie, dal naso,
dalla bocca, dalla pelle. Per tirarla fuori allora doveva scriverla.
Ha detto che altrimenti sarebbe diventato come il povero Bepi che è
tornato anche lui dalla guerra ma ora sta sempre seduto fuori al bar
e ha gli occhi fissi, spalancati come una finestra. La sua bocca
sembra un sorriso, ma la sua testa è piena di guerra che gli è
rimasta chiusa dentro. Non parla più.
“Scrivi, figliolo! Scrivi quel che ti
ha fatto più impressione quando i soldati hanno occupato casa
nostra, nell’anno della fame” mi ha comandato. Allora ho scritto
tutto su questo quaderno. Mio papà mi ha detto che scrivere sul
quaderno lo ha salvato perché lo ha fatto tornare a casa vivo.
“La narrazione diventa così –
continua Dal Cin – un susseguirsi di intense scene dove quel
bambino racconta in prima persona piccoli emblematici episodi che si
snodano tra l’invasione di soldati stranieri affamati e l’annuncio
della fine della guerra. Per ottenere l’effetto della scrittura
tipica di un ragazzo ho lavorato molto sul linguaggio, sul ritmo, sui
toni della narrazione, sulla mancanza di giudizio di chi vive
semplicemente le difficoltà del momento presente, non conoscendo
nulla di quanto viene deciso in alto dai signori della guerra”.