martedì 28 aprile 2020

Corso laboratoriale di tecniche di scrittura in modalità webinar per 200 docenti della regione Friuli Venezia Giulia




A seguito del corso di tecniche di invenzione e di scrittura 'Gli strumenti dello scrittore' svolto a Maniago (PN) lo scorso settembre l'Istituto Comprensivo di Maniago (PN) mi ha richiesto un secondo corso di formazione - necessariamente webinar, con collegamenti in diretta streaming a partire da oggi martedì 28 aprile 2020 e che proseguirà giovedì 30 aprile, giovedì 7 maggio e sabato 9 maggio - in cui affronterò, con modalità laboratoriali, le tecniche della descrizione e del dialogo. Il corso è rivolto a tutti i docenti di ogni ordine e grado delle scuole della regione Friuli Venezia Giulia. Gli iscritti, al momento, sono circa 200.


Corso webinar di Tecniche di Invenzione e di Scrittura: gli esercizi operativi

Il laboratorio dello scrittore

di
Luigi Dal Cin

Presentazione
Scrivere un efficace testo per ragazzi o insegnare a scrivere in modo efficace ai propri alunni richiede conoscenze tecniche specifiche. Ad esempio: in quanti modi posso descrivere lo stesso ambiente? Come posso caratterizzare un personaggio? Come costruire un buon dialogo che sia davvero efficace? In questo corso saranno analizzati, con modalità laboratoriali, i processi e le tecniche fondamentali che sorreggono la descrizione e i dialoghi di tutti i testi narrativi e, in particolare, di quelli rivolti a giovani lettori, per condurre i partecipanti ad una maggiore consapevolezza sulle modalità e sulle scelte che si possono adottare e proporre. Con un’ottica operativa che consenta di applicare quanto appreso anche in un’attività didattica.

Gli obiettivi
  • fornire una competenza sugli elementi fondamentali che guidano la scrittura di testi narrativi. Tra questi: l’uso della descrizione, la caratterizzazione dei personaggi, la costruzione dei dialoghi;
  • fornire le competenze critiche necessarie ad un’analisi consapevole del testo narrativo, per poterne così identificare le carenze e proporre le migliorie necessarie;
  • fornire strumenti tecnici e spunti operativi per applicare quanto appreso nella propria attività didattica;
  • fornire strumenti per invogliare e motivare i ragazzi alla scrittura e alla lettura;
  • sperimentare l’analisi critica di un testo narrativo in fase di editing.

Azioni e fasi operative del progetto
Il corso, essendo laboratoriale, prevederà collegamenti per lezioni frontali, richieste di brevi esercitazioni da svolgere a casa che riguarderanno le tecniche di scrittura affrontate, collegamenti per un’analisi dei testi prodotti, con discussioni, deduzioni, osservazioni, suggerimenti ed espliciti consigli per l’applicazione diretta delle tecniche appena sperimentate nelle attività didattiche con i propri alunni.

I collegamenti in diretta web e le esercitazioni
  • Primo collegamento martedì 28 aprile 2020 in diretta web della durata di 2 ore, dalle ore 17:00 alle 19:00: lezione frontale e consegna esercitazione1 da svolgere a casa.
  • Esercitazione1 da svolgere a casa, durata stimata 1 ora
  • Secondo collegamento giovedì 30 aprile 2020 in diretta web della durata di 2 ore, dalle ore 17:00 alle 19:00: lezione frontale, analisi alcuni testi prodotti esercitazione1, consegna esercitazione2 da svolgere a casa
  • Esercitazione2 da svolgere a casa, durata complessiva stimata 1 ora
  • Terzo collegamento giovedì 7 maggio 2020 in diretta web della durata di 2 ore, dalle ore 17:00 alle 19:00: lezione frontale, analisi alcuni testi prodotti esercitazione2, consegna esercitazione3 ed esercitazione4 da svolgere a casa
  • Esercitazione3 ed esercitazione4 da svolgere a casa, durata stimata 1 ora e ½
  • Quarto collegamento sabato 9 maggio 2020 in diretta web della durata di 2 ore e 1/2, dalle ore 8:30 alle 11:00: lezione frontale, analisi alcuni testi prodotti esercitazione3 ed esercitazione4, consegna esercitazione5 da svolgere a casa
  • Esercitazione5 da svolgere a casa, durata stimata 1 ora.

lunedì 27 aprile 2020

'La fata' su La Giostra



Il numero di aprile 2020 de La Giostra pubblica la mia filastrocca 'La fata' con illustrazioni di Chiara Gobbo.
di
Luigi Dal Cin

Una fata la vedi quando più ne hai bisogno:
quando tutti hanno fretta, e tu vuoi dell’affetto,
quando soffia bufera, o hai paura nel sogno
quando sei proprio triste, o sei malato nel letto.

Una fata ti abbraccia, ti accarezza, ti cura,
non le importa se poi erano solo capricci,
batte qui la bacchetta, e va via la paura,
ti consola e ti aiuta ad uscir dai pasticci.

Se chiedi il suo aiuto, se al suo affetto ci credi,
se desideri tanto che lei venga lì,
si presenta radiosa, d’improvviso, la vedi:
ti aspettavi una fata che ti vuol bene così?

martedì 21 aprile 2020

Poetry Challenge!


Nominato alla 'Poetry Challenge' di Lapis Edizioni, potete vedere QUI il mio video-contributo alla tenzone!


lunedì 20 aprile 2020

Le tecniche di invenzione del testo: corso on line in diretta streaming


L'Associazione Culturale Teste fiorite ha organizzato per le giornate del 13-14-15 maggio 2020 (dalle ore 18:00 alle ore 19:20) un corso on line di 4 ore complessive in diretta streaming in cui racconterò le tecniche di invenzione del testo:

Corso di Tecniche di Invenzione e Scrittura

Le tecniche dell'invenzione del testo
di
Luigi Dal Cin

Inventare un testo in modo efficace e insegnare ad inventare un testo ai propri alunni in modo efficace richiede conoscenze tecniche specifiche. Ad esempio: da dove iniziare? Come si inventa un racconto e, in generale, qualsiasi tipo di testo? Cos’è l’ispirazione? È possibile coltivarla? Come si vince la paura del foglio bianco? Come aiutare un alunno che dice: “Non so cosa scrivere”? Quali sono le fasi dell'invenzione di un testo? Come si costruisce una trama avvincente? E poi perché è importante inventare le storie e insegnare a narrare? In questo seminario saranno analizzati i processi e gli elementi fondamentali che sorreggono l’invenzione di un testo narrativo e, a partire da quello, di ogni tipo di testo, per condurre i partecipanti ad una maggiore consapevolezza sulle modalità che si possono adottare e proporre. Con un’ottica operativa che consenta di applicare quanto appreso anche in un’attività didattica.

Gli obiettivi
  • fornire una competenza sugli elementi e sulle tecniche fondamentali che guidano l’invenzione narrativa e, più in generale, di ogni tipo di testo;
  • fornire le competenze critiche necessarie ad un’analisi consapevole del testo, per poterne così identificare le carenze e proporre le migliorie necessarie;
  • fornire strumenti tecnici e spunti operativi per applicare quanto appreso nella propria attività didattica;
  • fornire strumenti per invogliare e motivare i propri alunni alla scrittura e alla lettura.

I destinatari
Chiunque sia interessato alla scrittura e alla letteratura per ragazzi, sia per professione (Insegnanti della Scuola dell’Infanzia, della Scuola Primaria, della Scuola Secondaria di I grado, Bibliotecari, Animatori alla lettura, Scrittori, Illustratori...) sia per diletto personale.

Azioni e fasi operative del progetto
webinar di 4 ore complessive, in tre collegamenti in diretta della durata di 1 ora e 1/4.

I contenuti
  • Lo scrittore i suoi possibili punti di vista.
  • L’importanza della narrazione.
  • La scrittura narrativa: espressione e comunicazione.
  • L’invenzione narrativa: l’ispirazione.
  • L’invenzione narrativa: il metodo.
  • Il lettore.
  • Le fasi dell’invenzione del testo: l'ispirazione.
  • Le fasi dell’invenzione del testo: la proliferazione.
  • Le fasi dell’invenzione del testo: la selezione.
  • Le fasi dell’invenzione del testo: la conservazione.
  • Le fasi dell’invenzione del testo: il reincrocio.
  • La trama e il suo movimento.
  • La struttura della trama: l’informazione e l’incertezza.
  • La struttura della trama: la ripetizione e la variazione.
  • La struttura della trama: la prevedibilità e l’imprevedibilità.
  • La ‘misdirection’.
  • Le regole del ‘colpo di scena’.
  • Tecniche dell’invenzione fantastica.


L’attenzione alla didattica
Durante il corso sono previsti espliciti consigli per l’applicazione diretta delle tecniche di invenzione e scrittura nelle attività didattiche con i propri alunni.


Per informazioni: QUI

Per iscrizioni: QUI

giovedì 16 aprile 2020

a Gigi # 160 - da Veronica


Gigi ci ha raccontato che quando era alle elementari, guardava suo papà che è un professore così, perché Gigi era basso e suo papà era alto.
Gigi ci ha detto che non bisogna vedere le cose e dopo andarsene, no bisogna stare là a osservare ogni minimo particolare.

mercoledì 15 aprile 2020

Sulle ali del condor - fiabe dal Cile: l'ebook gratuito

Luigi Dal Cin
Sulle ali del condor
Fiabe dal Cile


illustrazioni di Pati Aguilera, Laura Berni, Francesco Chiacchio, Anna Forlati, Maya Hanisch, Simona Mulazzani, Paloma Valdivia, María de Los Ángeles Vargas.
Franco Cosimo Panini Edizioni, Modena, 2016, in collaborazione con Fondazione Štěpán Zavřel.

QUI l'ebook gratuito

Sulle ali del condor – fiabe dal Cile

di Luigi Dal Cin

Il Cile è il paese più lungo e stretto del mondo: si estende per circa 4200 km passando per il Tropico fino quasi al Circolo Polare, mentre la sua larghezza varia da un minimo di 40 a un massimo di soli 400 km raggiungendo in breve, dal livello del mare, altezze di migliaia di metri. Una tale varietà ambientale ha una rispondenza nella molteplicità delle differenti popolazioni native che si sono adattate a questi differenti territori e nella molteplicità delle loro culture, successivamente innestate con l’espansione dell’Impero Inca, la devastante conquista spagnola e, in tempi moderni, la grande ondata migratoria europea. Cercando di risalire ai nuclei narrativi più antichi, ‘Sulle ali del condor’ vuole presentare la vivace molteplicità delle narrazioni tradizionali del Cile. Il titolo del libro prende spunto da La ragazza venuta dal cielo (Incas) in cui un giovane coltivatore di patate s’innamora di una ragazza–stella che gli ruba il raccolto: per raggiungerla nel regno celeste volerà sul dorso di un condor. Imperniato simbolicamente sull’incessante relazione tra l’al di qua e l’al di là, nel suo viaggio sperimenterà passaggi vitali: terra/cielo, indifferenza/amore, infanzia/età adulta, morte/vita, umano/divino, rivelando tra le righe residui di antichi riti di iniziazione, come l’automutilazione. Sempre alla tradizione Inca appartiene il suggestivo mito de La creazione del sole e delle stelle dove il dio Viracocha suscita il sole dallo sguardo di Inti, l’uccello sacro che custodisce sotto le palpebre il giorno e la notte, e accende le stelle dallo sguardo di Titi, il puma dagli occhi di rubino. Altro racconto sulla creazione è quello di Elal, il primo bambino (Tehuelches) che, con l’aiuto degli animali, fugge dalla terra dei giganti per fondare la terra degli uomini: poterà loro il fuoco, l’arte della caccia, del cuoio... concluso il suo compito volerà verso Occidente facendo emergere dal mare le innumerevoli isole della costa del sud. Kai Kai e Treng Treng (Mapuches) invece spiega con la lotta dei due mitici serpenti primordiali la causa dei terremoti che coinvolgono le regioni andine mentre Il terribile Cherufe (Mapuches) dà conto della concomitante attività vulcanica spesso drammaticamente affamata di vite umane. Il grande guanaco bianco (Diaguitas) presenta la misteriosa figura di Yastay, protettore degli animali della montagna, che si manifesta sotto forma di un grande guanaco bianco oppure di un piccolo dio con una mano morbida di lana, per accarezzare, l’altra mano dura di piombo, per castigare. Mamma pehuén è invece un suggestivo racconto dei Pehuences che dai pehuén, i pini araucaria, fondamentali per la loro sopravvivenza, hanno preso il nome. Infine, dall’Isola di Pasqua, L’uovo della vita (Rapa Nui) narra della tradizione dell’Uomo Uccello che, rischiando la propria vita per il bene di tutti, offre al dio Make Make il primo uovo dell’anno, simbolo della rinascita della primavera.

(da Luigi Dal Cin, Catalogo de Le immagini della fantasia, Mostra Internazionale di Illustrazione per l'Infanzia, 34^ edizione, Sarmede)

giovedì 9 aprile 2020

a Gigi # 159 - da Daniel


Il suo diminutivo è Gigi.
Luigi Dal Cin ci ha detto che anche i bambini possono avere dei problemi, anche se sono solo bambini, ed è per questo che scrive solo libri per bambini e ragazzi e non per adulti (per prenderli un po’ in giro, gli adulti).
Luigi Dal Cin in italiano a scuola faceva gli errori.
Una volta, come testo ha scritto: "Il pescatore pesca i pesci".
Poi, allungando la mente, ha scritto: "Il pescatore pesca i pesci e poi li mangia".

martedì 7 aprile 2020

Nel bosco della Baba Jaga - fiabe dalla Russia: l'ebook gratuito

Luigi Dal Cin
Fiabe dalla Russia



illustrazioni di Anna Castagnoli, Fabio Facchinetti, Artem Kostyukevich, Pep Montserrat, Clotilde Perrin, David Pintor, Sacha Poliakova, Valerio Vidali, Józef Wilkon.
Franco Cosimo Panini Edizioni, Modena, 2012, in collaborazione con Fondazione Štěpán Zavřel. 

Premio Andersen 2013 miglior libro 6/9 anni


QUI l'ebook gratuito

Nel bosco della Baba Jaga: le fiabe dalla Russia

di Luigi Dal Cin

Sapete chi è che ci porta queste fiabe bagnate di lacrime, infuocate dal sole ardente, sferzate dal vento e dalla neve? È Ëksëkju, l’uccello con tre teste, il celeste uccello dagli occhi simili a stelle lontane e dal verso simile al rimbombo del tuono. Quello splendido uccello ha intrecciato il suo nido nel cielo infinito. Ëksëkju non teme né la tempesta, né i ghiacci, né la tormenta. Ma di tre grandi mali ha paura: la perdita della memoria, la mancanza di gratitudine, e l’indifferenza, tre tristi disgrazie di cui spesso soffrono gli uomini. E proprio quando per gli uomini i giorni si fanno duri e difficili, quando sugli animi si posa la nera polvere dell’indifferenza, quando nessuno vuol più vivere e lavorare, quando le danze e i canti vengono abbandonati e dimenticati, è proprio allora che Ëksëkju scende dal cielo, e porta una magica medicina contro i tre mali che uccidono l’anima. Ëksëkju arriva volando, si posa sulla roccia arrossata dal tramonto e racconta le antiche fiabe. E così l’antica parola risuona. Così gli animi di coloro che sono pronti ad ascoltare e a ricordare tornano a vivere. Ascoltate allora la fiaba.

Gli sciamani jakuti della Russia siberiana narrano da millenni questa leggenda che fissa nel mito l’origine della fiaba,
potente medicina celeste donata per combattere i tre grandi mali dell’umanità: la perdita della memoria storica, l’ingratitudine e l’indifferenza. Mali dell’anima da temere ancor più della tempesta, dei ghiacci, della tormenta: mali che impediscono all’uomo di essere felice. E proprio quando la luce del sole sembra fuggire, la fiaba risuona e restituisce la forza di vivere: il popolo jakuto ha compreso la potenza della narrazione fiabesca molto prima dei moderni studi che ormai ne riconoscono universalmente la necessità per la crescita delle coscienze, l’identità comunitaria, l’affinamento della sensibilità estetica e morale.
Da queste intense narrazioni degli sciamani di Siberia, ai preziosi volumi che raccolgono i racconti orali del folclore, la Russia, storico crocevia di genti, brilla per ricchezza di fiabe, così come splendono le cupole delle sue chiese. Nella Grande Madre Russia dalla grande storia, dai grandi territori estesi fino ai confini del mondo, dai grandi palazzi e dalle grandi città, dai grandi asceti e dai grandi condottieri, sono nate da sempre grandi narrazioni. Grandi narrazioni per grandi e per piccoli.
È però solo dalla seconda metà del diciottesimo secolo che comincia a svilupparsi in Russia un vero interesse per il patrimonio fiabesco nazionale. Per tutto il periodo medievale era la Chiesa a possedere il privilegio d’accesso ad una letteratura scritta, la narrazione popolare veniva invece tramandata oralmente. Anche perché utilizzare la scrittura per narrazioni profane contrastava con il sentimento religioso russo. Ad esempio, nel 1649, lo zar Aleksej Michajlovič Romanov decretava un ukaz, un decreto, nel quale veniva vietato di raccontare fiabe. E questo nonostante gli stessi zar ospitassero a corte dei narratori di professione. Si racconta, ad esempio, che Ivan il Terribile tenesse a corte tre vecchi ciechi che ogni sera gli raccontavano ciascuno una fiaba per conciliargli il sonno.
Gli sconvolgimenti sociali della Russia del secolo successivo portano ad eliminare gradualmente i confini tra l’ecclesiastico e il secolare, tra lingua scritta e orale: iniziano i primi tentativi di racconti secolari scritti, e poiché la sola forte tradizione narrativa era quella orale, ecco che la letteratura russa del diciassettesimo secolo vive una notevole influenza del folclore.
Con il Romanticismo, l’attenzione per la fiaba matura definitivamente e si inizia a coglierne il valore artistico – uno dei primi autori ad interessarsene fu Puškin – ma fino all’arrivo di Afanas’ev manca una vera e propria raccolta sistematica di autentiche fiabe russe.
Nato nel 1826 e morto nel 1871, Aleksandr Nikolaevič Afanas’ev è stato uno dei più grandi raccoglitori di fiabe di tutti i tempi. Fin dalla gioventù percepisce il fascino della narrazione popolare russa finché, divenuto capace di sistematizzare questo suo interesse, compie un lavoro sterminato di raccolta, selezione e ricerca scientifica sul materiale del folclore. Tra il 1855 e il 1863 pubblica gli otto volumi delle Fiabe popolari russe che raccolgono un numero complessivo di oltre seicento fiabe corredate da note e varianti. Di tutto il materiale raccolto solo una minuscola parte – non più di una decina di testi – è frutto di una registrazione diretta dello stesso Afanas’ev, il resto è ricavato dall’ampia collezione degli archivi della Società Geografica Russa, da fiabe registrate da Vladimir Ivanovič Dal’, famoso per il suo vocabolario in quattro volumi e per la sua raccolta di proverbi popolari, da appunti di amici, da antichi libri...
‘È la prima edizione scientifica di autentiche fiabe popolari russe – scriverà un altro grande russo che dedicherà la sua vita alla fiaba: Vladimir Propp – che, per ricchezza, supera le edizioni analoghe dell’Europa Occidentale. Per la prima volta fu ampiamente riconosciuto l’alto valore artistico della fiaba popolare russa. Per le qualità scientifiche l’edizione di Afanas’ev supera di gran lunga quella dei fratelli Grimm. Afanas’ev, a differenza dei fratelli Grimm, non si concesse alcun rimaneggiamento, miglioramento, né alcuna rielaborazione letteraria. Inoltre egli inserì nella sua edizione le varianti, cosa che non fecero i fratelli Grimm’.
Riguardo alle tematiche, Afanas’ev definisce l’esistenza di tre fondamentale gruppi di fiabe russe, riconosciuti poi anche da Propp: le fiabe di animali, le fiabe di magia, le fiabe novellistiche.
A differenza della loro alta diffusione nel folclore occidentale, le fiabe di animali rappresentano una parte minima dell’intero corpus fiabistico russo, forse perché collegate ad una narrazione rivolta esclusivamente ad un pubblico infantile, al contrario delle altre fiabe diffuse anche tra gli adulti. Si tratta in generale di brevi narrazioni i cui protagonisti sono quasi sempre animali selvatici, e dove gli animali domestici appaiono raramente e in ruoli secondari. Questa particolarità suggerisce l’ipotesi che le fiabe russe di animali siano di origine molto antica, e siano state create in quello stadio di sviluppo della cultura umana in cui gli animali dei boschi rappresentavano forme primitive di sostentamento e avevano un ruolo fondamentale nella concezione del mondo e nell’attività artistica. Le trame molto semplici – anche questo avvalora la loro antica origine – si basano in genere sull’inganno di un animale furbo (ad esempio la volpe) ai danni di un altro più sciocco (ad esempio il lupo).
Le fiabe di magia rappresentano invece il patrimonio più nutrito e più affascinante del corpus fiabistico russo. Si tratta di racconti popolari di meraviglie, dove l’elemento fantastico e soprannaturale non è vissuto come straordinario, ma viene presentato come normale e abituale. Nella fiaba di magia la dimensione naturale e terrena s’intreccia continuamente con la dimensione soprannaturale e magica. È proprio su questa categoria di fiabe russe che Vladimir Jakovlevič Propp (1895 – 1970) decide di concentrare i propri studi. Nella sua fondamentale opera Morfologia della fiaba, Propp individua in un esteso corpus di racconti eterogenei alcune componenti fondamentali che si ripetono in modo uniforme e che identificano, per l’appunto, il gruppo delle fiabe di magia. Queste componenti sono definite da Propp ‘funzioni’ ovvero ‘quegli atti dei personaggi ben determinati dal punto di vista dell’importanza per il decorso dell’azione’. ‘È importante – scrive Propp – che cosa fanno i personaggi e non chi e come fa’. Da questa prospettiva le funzioni, in ogni fiaba di magia, sono straordinariamente poche – al massimo ne sono state trovate, da Propp, trentuno – e il loro avvicendamento è sempre lo stesso: dalle prime (I. Uno dei membri della famiglia si allontana dalla casa; II. All’eroe viene fatta una proibizione; III. La proibizione viene violata; IV. Il cattivo tenta di eseguire una investigazione...) alle ultime (XXVIII. Il falso eroe o il cattivo è smascherato; XXIX. L’eroe assume un nuovo aspetto; XXX. Il cattivo è punito; XXXI. L’eroe si sposa e viene proclamato re).
La grande omogeneità strutturale delle fiabe di magia e la ripetitività delle loro componenti fondamentali fanno supporre a Propp che molti elementi fiabeschi abbiano un’antichissima comune origine rituale, risalente alle cerimonie di iniziazione, probabilmente il fondamento più antico della fiaba, o al viaggio del defunto verso l’aldilà. Questo profondo substrato rituale identificato da Propp nelle fiabe russe di magia non è, d’altronde, una prerogativa tipica solo del folclore russo, ma è proprio del patrimonio fiabesco di ogni popolo: non ci si stupisca quindi di trovare una Cenerentola russa (Zoluška), una Bella e la Bestia (Zakoldovannyj carevič: il principe stregato) e molti altri temi comuni alle fiabe occidentali.
E sono proprio le fiabe di magia ad essere abitate dai personaggi più affascinanti e più famosi del folclore russo: potenti zar che abitano in maestosi palazzi, coraggiosi principi alla conquista di regni lontani con il cuore già conquistato da principesse talmente belle ‘da non potersi dire’, saggi vecchietti cui viene donato un figlio in tarda età, spiriti dispettosi, furbi contadini, fratellini orfani in balia del mondo, pope depositari del prezioso sapere dei libri, soldati stanchi di guerra, diavoli spaventosi e distruttivi, la volubile Baba Jaga nella sua casa nel bosco, e poi lupi generosi, orsi terribili e giocherelloni, corvi servizievoli, uccelli dalla bellezza mitica, il gran Dragone, Koščej l’Immortale… una maestosa varietà di figure che cantano lo stesso inno rassicurante alla vittoria del più debole. Perché sono proprio i più piccoli che, grazie alle proprie risorse interiori e all’aiuto riconoscente di un aiutante magico, superano prove ritenute impossibili e conquistano il cuore della loro innamorata, percorrendo passo passo proprio quei sentieri narrativi che Propp definisce con precisione nei propri studi.
Figure che, prima della vittoria finale sul male, devono percorrere strade che ben presto si rivelano lame a doppio taglio. La casa, l’isba, è sempre il luogo del rifugio sicuro all’inizio dell’avventura, ma nel bosco, sorretta da zampe di gallina che girano su sé stesse, può divenire la misteriosa abitazione della Baba Jaga; il bosco buio è sempre preludio sicuro alla luce e luogo in cui cogliere i segreti sussurri delle betulle, ma può anche nascondere insidie mostruose e, di nuovo, l’oscura casa della Baba Jaga. La stessa Baba Jaga è una figura fortemente ambivalente: a volte generosa e dispensatrice di doni, a volte terrificante minaccia di morte, rappresenta probabilmente la Madre Primordiale, esaltazione archetipica – direbbe Pinkola Estés – della forza selvaggia che sta nel profondo di ogni donna.
L’ultimo grande corpus del folclore russo è quello delle fiabe novellistiche. Non si tratta più di fiabe in cui l’elemento soprannaturale viene vissuto come abituale, bensì di racconti in cui il protagonista – come dice Propp – ‘sta sui gradini più bassi della scala sociale. Viene raffigurato senza alcuna idealizzazione. Nel suo aspetto non c’è nulla di bello, di marcatamente eroico; è una persona ordinaria. Contemporaneamente, però, incarna il coraggio, la decisione, l’ingegnosità, l’indistruttibile forza di spirito e la volontà di lotta e, a volte, ha un’astuzia straordinaria. Per questo vince sempre’.
Ancora più recente è poi la raccolta della tradizione orale dei popoli nel nord della Russia.
Anche in Siberia troviamo le tipiche fiabe di magia, ma qui l’elemento forse più caratterizzante è la potente figura dello sciamano. Lo sciamano è il detentore della tecnica dell’estasi, condizione che riesce a raggiungere con il canto, la danza, e il suono ipnotico del tamburo, accompagnato nell’impresa dal proprio spirito aiutante, in genere zoomorfo, che si manifesta con l’imitazione in fase estatica dei versi e delle movenze tipiche di quell’animale. A ben vedere la seduta sciamanica percorre le stesse fasi della narrazione fiabesca: l’eroe, in seguito ad una chiamata, parte dal suo mondo – ovvero esce da sé – ed entra in una dimensione atemporale – l’aldilà, o l’inconscio – supera quindi una serie di prove grazie alle proprie risorse più profonde e all’assistenza di un aiutante magico e, infine, ritorna, rafforzato spiritualmente. Lo sciamano e l’eroe della fiaba compiono in fondo lo stesso viaggio, che è poi quello della vita di ciascuno di noi. Lo sciamano delle fiabe della Siberia può diventare così l’eccezionale emblema di chi sperimenta sulla propria pelle la potenza salvifica di ogni narrazione.
E su tutto, nelle fiabe russe, la bellezza: nelle descrizioni dei palazzi, dei giardini, della natura, degli eroi, delle varie Vassilissa, Alënuška, Elena la Bella... la bellezza non è certo un valore solo delle fiabe russe, ma la storia della Russia è legata in modo misterioso alla bellezza. Basti ricordare che, nel famoso Racconto dei tempi passati redatta da monaci medievali, il principe Vladimir di Kiev, dovendo scegliere tra quattro fedi religiose, scelse la greco ortodossa perché i riti erano belli, i canti erano belli, e pareva di essere in paradiso; o basti ricordare come proprio la Russia sia la patria dell’icona la cui bellezza è tale che qualche opera verrà poi definita dalla tradizione popolare ‘acheropita’ ovvero ‘non realizzata da mano umana’. E così, con la loro capacità salvifica di sconfiggere i mali dell’umanità, di rassicurare sulla vittoria finale dei piccoli, di far crescere le coscienze, di affinare al gusto del bello, le fiabe che ancora oggi la Grande Madre Russia ci racconta ripetono instancabili la loro supplica, la loro speranza. Quella che, nell’Idiota, nutriva lo stesso Dostoevskij.
E cioè che ‘la bellezza salverà il mondo’.

(da Luigi Dal Cin, Catalogo de Le immagini della fantasia, Mostra Internazionale di Illustrazione per l'Infanzia, 30^ edizione, Sarmede)

lunedì 6 aprile 2020

RAI3 - TGR Buongiorno Regione: un mio video-racconto dedicato ai bambini, in questi tempi di difficoltà


Stamattina, alle 7:40 RAI3 - Buongiorno Regione TGR Emilia Romagna ha trasmesso un mio racconto in video dedicato ai bambini, in questi tempi di difficoltà.



Potete vedere l'intera puntata QUI, la mia narrazione è al minuto 16:22.


venerdì 3 aprile 2020

EsopoRap - versi animali: un video per FerraraFamiglie.it


'Luigi Dal Cin e il suo EsopoRap, con ritmo e ironia toglie la polvere dalle favole antiche': sul sito di FerraraFamiglie.it è stato pubblicato un articolo sul mio libro EsopoRap - versi animali e un video in cui lo racconto.



mercoledì 1 aprile 2020

a Gigi # 158 - da Ivan


Luigi ha risposto ad alcune domande e ad alcune no.
Io ho provato tanta allegria con lui in aula.
Ci ha detto che osservare è importante per uno scrittore.
Gigi ci ha detto che uno scrittore deve osservare molto, è cosi che si inventano le storie.
Gigi ci ha detto: "Bisogna gustare con gli occhi così impari di più".
Ci ha insegnato a fantasticare con le cose.