Una nota, glamour (e golosa) giornalista americana che scrive articoli di gastronomia e che confonde le Delizie Estensi con prelibatezze da mangiare; un gruppo di scatenati alunni in gita che, insieme alla loro maestra, le svelano la verità e la invitano ad aggregarsi al loro percorso; un losco figuro che ha scoperto come la polvere di unicorno sia storicamente ritenuta un potente antidoto contro ogni veleno; due biechi scagnozzi disposti a tutto pur di ottenerla... L’unicorno, come l’aquila bianca, sono simboli araldici degli Estensi: una serie di malintesi faranno incrociare le strade di ogni personaggio per arrivare a conoscere, avventura dopo avventura, Ferrara, il paesaggio culturale estense e le sue Delizie, dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
La narrazione è stata, per questo libro, lo strumento cardine per poter raccontare la straordinaria ricchezza di Ferrara, del paesaggio culturale estense e delle sue Delizie, patrimonio dell’umanità UNESCO, e renderla in questo modo vicina ai ragazzi. Sono convinto, infatti, che al pubblico dei giovani lettori interessino prioritariamente intrecci narrativi che siano avvincenti, e che solo l’utilizzo di una convincente e ben strutturata narrazione consenta di trasmettere – con un coinvolgimento non solo intellettivo, ma anche emotivo – informazioni storiche, artistiche e culturali in modo davvero efficace. Si tratta, tra l’altro, di un’esperienza che per un ragazzo può essere straordinariamente intensa ed importante: credo infatti esista un diritto alla bellezza per ogni persona che si sta formando, da esercitarsi con forza sempre maggiore di fronte alle fantasie preconfezionate e stereotipate in cui siamo immersi. Così come credo sia importante che i nostri bambini possano abituarsi a giocare non solo con degli oggetti, ma anche con degli spazi, dei monumenti, dei musei.