Caro Luigi,
in bocca al lupo per l’uscita del tuo
bellissimo libro oggi!
Che onore poter essere fra i primi ad
aver letto 'Sulla porta del mondo' dopo la tua presentazione in anteprima a Milano!
Mi sono presa qualche giorno per farmi
accompagnare dai tuoi racconti, e dalla tua storia, che tessi con
un filo vibrante.
Ora posso dirti che ho seguito con una
stretta al cuore i minatori di Marcinelle, mi sono dolorosamente
ritrovata nella storia di Carmela, che mi ha riportato in Senegal,
dove oggi le donne sposano per procura mariti emigrati in Italia e
forse mai conosciuti; sono rimasta colpita e sorpresa dalla capacità
degli emigranti friulani, ho finalmente capito chi erano veramente
Sacco e Vanzetti, mi sono commossa nel seguire le “spartenze"
da ogni dove, e mi sono indignata nel leggere dei disastri minerari;
ma più di tutto mi ha lacerato il cuore leggere delle balie e delle
modelle ciociare... non ci avevo mai pensato, a questo lato della
storia. I tuoi racconti sono davvero una miniera di verità nascoste,
di sacrifici e fatiche sconosciuti che emozionano e arricchiscono e
fanno pensare.
Sai, io seguo da vicino tanti migranti
e profughi che arrivano oggi in Italia, e le somiglianze sono davvero
impressionanti! Credo che il tuo libro sia veramente prezioso, non
solo per dare voce e memoria a ciò che hanno vissuto migliaia di
italiani, non solo per non dimenticare le nostre radici e la nostra
storia più autentica (non quella della propaganda), ma anche per
capire, per entrare empaticamente dentro le storie di chi oggi si
trova da quella parte del mondo, dall’altra parte della porta.
Una porta, però, che trovano spesso
chiusa.
La lettura scorre da sola, senza
fatica, senza noia; sarà un libro perfetto per i ragazzi un po’
più competenti nella comprensione; sarebbe assolutamente da inserire
nella biblioteche scolastiche... devi aver svolto un lavoro minuzioso e
imponente di ricostruzione storica, di raccolta di fonti, dati,
testimonianze… bellissima anche l’idea di suddividere per
regioni, per permettere a ciascuno di ritrovare la sua identità, di
qua e di là della porta che collega i due mondi, quello che lasci e
quello che trovi, e per permettere al lettore di scoprire specificità
e storie collettive, oltre che personali, di cui non è facile sentir
parlare.
Sono appena tornata da Roma dove ho
visitato la Galleria nazionale di Arte Moderna… non riuscivo più a
guardare come prima un’opera d’arte con una modella… pensavo
alle loro storie. Così come non guardo più nello stesso modo
un’arancia sarda o siciliana, da quando ho visto i migranti
africani arrampicati sulle piante per 3 euro l’ora, rigorosamente
in nero, con le mani intirizzite dal gelo. E tornare poi la sera in
una casa senza riscaldamento. O qui, da noi, dormire sul marciapiede
dopo aver attraversato l’inferno per arrivarci.
Il tuo editore, sicuramente ha fatto
una cosa importante per tenere aperte le porte del mondo.
Che il tuo libro attraversi porte e
raggiunga paesi vicini e lontani, ovunque sono italiani nel mondo, ma
soprattutto attraversi le porte del cuore di chi è rimasto in Italia
e ha rimosso la povertà.
Grazie di cuore!
Alessandra