Una vecchia valigia trovata in
soffitta.
I ricordi di un nonno che è partito
per lavorare lontano e far sopravvivere così i propri figli.
E una domanda: quanti di noi hanno
storie di emigrazione nella propria famiglia?
Viaggi di straordinario coraggio e
drammatici sacrifici, raccontati a partire da ciascuna delle regioni
italiane, ognuna con le proprie specifiche destinazioni e le proprie
ricchezze culturali da portare nel mondo.
Viaggi alla scoperta di personaggi e
vicende emozionanti, emblematiche, originali.
I bimbi spazzacamino che, per lavorare,
attraversavano le Alpi, le “vedove bianche” che i mariti
abbandonavano per viaggiare oltreoceano. Ma anche emigranti
costruttori di arpe, oggi suonate nei teatri di tutto il mondo, e
modelle partite per Parigi per essere ritratte dai grandi pittori
impressionisti.
Una narrazione che commuove e
appassiona, per non perdere la memoria e comprendere meglio
l’esperienza della migrazione, fondamentale per la storia italiana
e per la società del futuro.
"Si tratta di un progetto organico per fornire ai docenti e ai giovani lettori un esaustivo e strutturato quadro dell'emigrazione degli italiani nel mondo narrando, nel contempo, una storia emblematica per ciascuna regione italiana.
L'Italia è talmente variegata, infatti, che ogni regione ha avuto motivi propri e destinazioni specifiche d'emigrazione, e ha portato nel mondo la propria caratteristica cultura.
Un progetto che mancava nella scuola italiana impegnata da tempo a valorizzare la cultura di chi arriva nelle nostre classi: forse, per un'integrazione accogliente, mancava ancora uno strumento che portasse l'attenzione all'altro piatto della bilancia, all'altra faccia.
Perché non si può semplicemente chiedere ai nostri alunni 'siate gentili con chi arriva': la gentilezza non ama l'imperativo, come il verbo 'amare', o il verbo 'sognare'.
Ma se si comprende che anche la nostra storia di italiani è fatta di generazioni che hanno vissuto la miseria e la fame e, per sopravvivere e mantenere i figli, sono emigrate anche molto lontano, e che se i nostri alunni possono ora acquisire in classe strumenti che consentono di realizzare i loro sogni è anche grazie al viaggio e ai sacrifici di chi un tempo è emigrato: allora sì, lo sguardo verso chi arriva può cambiare". LDC
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