Una recensione di Sulla porta del mondo - storie di emigranti italiani a cura di Rossana Sisti per Scaffale Basso di Avvenire.
Negli ultimi duecento anni
l’emigrazione è stata anche la storia di milioni di italiani. Un
numero che rischia di rimanere fredda matematica se non si riesce a
far parlare le storie racchiuse nelle statistiche sui tanti che,
partiti da ogni parte d’Italia, sono andati in capo al mondo,
affrontando sacrifici, fatiche, ostilità e umiliazioni. Fin dalla
metà Ottocento gli Stati Uniti, il Canada, l’America del Sud,
soprattutto Brasile e Argentina sono state le mete predilette, e poi
dal Novecento in poi anche Germania, Francia, Belgio, Svizzera. I
nostri lasciavano una situazione economica e sociale devastante,
regioni povere e arretrate, mancanza di lavoro, miseria e fame,
soprattutto sul sud. Tutti speravano in una vita più dignitosa,
desideravano partire per guadagnare un gruzzolo e poi tornare,
riscattando le condizioni della famiglia. Anche quello di Luigi Dal
Cin è stato un viaggio lungo e complesso: dopo aver studiato
documenti, libri, foto e giornali, e percorso tutte le regioni
italiane, ha riportato tante storie a casa fatte di sogni e dolore.
Quella dei piccoli spazzacamini piemontesi verso Svizzera e Germania,
dei modenesi verso le terre aride del Cile, degli infermieri udinesi
e dei pescatori liguri a Buenos Aires, dei minatori abruzzesi negli
Stati Uniti, dei giovani sardi in tutta Europa e tante, tante altre.
Storie appassionanti e commoventi da non dimenticare, che come in uno
specchio ci rimandano quelle di chi oggi lascia il proprio Paese con
la stessa speranza e lo stesso dolore. [leggi l'articolo QUI]